Impianti zigomatici in un caso di atrofia estrema del mascellare superiore
Il paziente presenta un’atrofia estrema del mascellare superiore, tale da non consentire una riabilitazione protesica fissa su impianti dentali convenzionali. Le possibili opzioni di trattamento includono una ricostruzione dell’intero mascellare superiore, anch’essa poco prevedibile data l’estrema atrofia, o il posizionamento di impianti zigomatici, con vantaggi in termini di tempi e costi.
A seguito di una valutazione Cbct e una pianificazione virtuale del caso, vengono posizionati quattro impianti zigomatici (fig. 1). Sono stati allestiti due lembi mucoperiostei, preservando la premaxilla, e l’osso mascellare e zigomatico è stato scheletrizzato. Dopo la preparazione dei siti implantari, sono stati posizionati quattro impianti zigomatici, suturando al fine di ottenere una chiusura per prima intenzione.
Sono stati scelti degli impianti Zygma (Sweden & Martina), che grazie al loro diametro ridotto consentono di preservare un adeguato quantitativo di osso zigomatico e riducono il rischio di fratture, nonché, avendo una superficie liscia nel terzo medio implantare, riducono il rischio di problematiche mucose e sinusali nel lungo termine (fig. 2).
All’Opt post operatoria si può notare il corretto posizionamento implantare (fig. 3). Lo stesso giorno è stata rilevata un’impronta intraoperatoria per realizzare una protesi a carico immediato (fig. 4). Tale riabilitazione ha permesso al paziente un rapido recupero estetico-funzionale, evitando le lunghe attese e i costi della chirurgia rigenerativa (fig. 5).
Tale caso clinico è esemplificativo del ruolo dell’implantologia zigomatica, risolutiva nei casi di estrema atrofia ma non per questo scevra da complicanze. Deve pertanto essere limitata ai casi di reale necessità, in cui non è possibile eseguire una terapia implantare standard, e gestita da clinici esperti per ridurre il rischio di complicanze.